Castellammare tra camorra, feste, monnezza e inaccoglienza

Fasi di gioco della finale del torne Natale Sotto canestro
E’ la metafora di un declino irreversibile, il segno di una decadenza pacchiana e incolta, quello che si vive in questi ultimi strascichi di un malevolo 2013 per Castellammare di Stabia. Trasformatasi dalla ridente cittadina delle brochure degli anni cinquanta, in un ridanciano, inospitale, zozzo e volgare paesone della periferia napoletana. E si!  E’ questa l’impressione che dà, in queste festività natalizie, la nostra città. E’ un’immagine che ti colpisce il cuore, come quando vedi le cose che ami deperire. Il peggio è che lo fornisce a chi la visita e il tutto mette rabbia e vergogna. Si sta concludendo in queste ore, infatti,  il 19^ torneo di basket per categorie under 13 “Natale sottocanestro”. Un evento che va avanti ormai da diciannove anni, costruito con le sole forze della Nuova Polisportiva Stabia. Di anni tristi e bui ne abbiamo vissuti tanti. Questo è stato certamente il peggiore di diciannove.  L’evento coinvolge 200 ragazzini che con familiari a seguito invadono letteralmente la palestra del liceo scientifico Francesco Severi. Provengono dalla Campania e da molte parti d’Italia. Quest’anno hanno partecipato da fuori regione, Reggio Calabria, Jesi, Matera, Brindisi, Roma e Latina. Ragazzi e famiglie, Coach e accompagnatori hanno riempito i nostri alberghi, visitato la Città, cenato nei ristoranti locali, e cercato con curiosità di conoscere il luogo che li ospitava. Non c’era nulla di bello da offrire se non qualche panorama. Una città sepolta da una coltre di rifiuto, strade lastricate di lordura.  Un’offerta culturale da fiera di paese, in cui il prevalente è il rumore di fondo nel nulla della disco dance.  Il caos infernale delle strade. L’indifferenza assoluta delle istituzioni che a questi piccoli ospiti non hanno tributato neanche un gratuito saluto. E sì perché evidentemente con il dissesto si è persa anche la sensibilità dell’accoglienza dell’ospite. Perché Castellammare si sta trasformando lentamente e irreversibilmente in una città arida. Smorta nel fermento culturale, avida di grattare le spoglie della cosa pubblica con iniziative promosse sulla base di un finto volontarismo, che dietro nasconde spreco e cresta da mendicante. Per alimentare una claque, perché come recita un bel testo di De Gregori “qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua Claque”. Sono poche ormai le iniziative che lasciano un segno. Quelle rischiano di disperdersi nel caos di fondo con cui sono programmate da un discutibile direttore artistico degli eventi stabiesi. Lo stesso Cartellone teatrale, saltato per assenza di fondi, lascia molti dubbi sulla linearità con cui era stato costruito, e sulla base del quale si erano venduti gli abbonamenti. Una città che si sta consegnando nelle mani della Camorra che ormai gestisce il declino. Acquista, investe, apre i locali che chiudono per la crisi. Crea una rete di bar disseminati ovunque ed entra a gestire anche il business delle feste da discoteca. Dove decide serate, date e determina equilibri. Il tutto con la complicità e il silenzio di operatori imbelli. E’ questa la Castellammare che ha accolto questi giovani e li ha ignorati e ignorandoli li ha respinti. Questi ragazzi sono stati invitati dai nostri figli e a loro che abbiamo dato il peggior segnale. Gli abbiamo rubato il sogno, il sogno di poter essere orgogliosi del posto in cui vivono e vederlo ripartire nella memoria dei loro compagni di gioco, in giro per l’Italia. Come capita quando sono loro a essere ospitati. In questo modo la nostra colpa di adulti raddoppia. Inermi innanzi al declino che vive Stabia, deludenti nel soffocare le speranze delle giovani generazioni. E nel frattempo ci accontentiamo delle feste, del Caos perenne, che in questi ultimi giorni dell’anno diverrà ancora più assordante. E come una foglia di fico l’amministrazione si è preoccupata di emanare l’ennesima, ridicola ordinanza antibrindisi. Per far si che sia sistematicamente violata, dimenticandosi che nel suo caotico programma “culturale” sono finanziati eventi che prevedono istituzionalmente questa pratica. Insomma l’orchestrina suonerà a ritmo di disco e gli astanti brinderanno, sapendo che il tutto è ossimoricamente legale e vietato, mentre la città sta sprofondando in un buio baratro. Ai ragazzi che andranno via stasera da Castellammare di Stabia cercheremo di offrirgli il calore della nostra amicizia, sperando che portino con loro un piccolo ricordo di una città migliore. Che forse è minoranza ma esiste, e che vorrebbe con il proprio impegno e tenacia farla rinascere, nonostante tutto. Come quei ragazzi diversamente abili e i loro genitori che ieri sera hanno fatto emozionare donando la forza della loro energia con uno spettacolo semplice ma toccante. Vorremmo che il sindaco prendesse parte e scegliesse la città migliore per condurla fuori da questo declino. Nonostante il dissesto, possiamo ancora farcela, ma bisogna iniziare a distinguere ciò che è utile da ciò che è dannoso, per iniziare veramente a risalire la china. Fino a questo momento non ci siamo e s’inizia drammaticamente ad avvertirlo.   

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