POTEVA SCRIVERLA CHIUNQUE, IL NUOVO LAVORO DI CRISTIAN IZZO

La Compagnia del futuro
Poteva scriverla chiunque, è la piece teatrale, che è andata in scena domenica sera, per la sua prima alla sala Ruccello del Teatro Montil a Castellammare di Stabia. E a dispetto del titolo essa poteva essere scritta solo dal giovane e bravo Cristian Izzo. Siamo innanzi ad un atto di accusa spietato verso le sub-culture provincialotte che rischiano di prevalere in una società in decadimento. Dove il decadimento si manifesta nel non perseguire pienamente la liberazione del proprio pensiero. Una mente imbrigliata negli stereotipi, nei luoghi comuni, che non si lascia attrarre dalla curiosità della scoperta è una mente malata, povera, piena solo della propria megalomania.
Una cultura che si chiude in se stessa, rischia di divenire prigioniera di una scatola TV senza qualità o ritrovarsi in un settarismo che si materializza in un acronimo. Qui l'acronimo è NOI, che sta per Nulla oltre ilproprionaso (e questo non è un errore di battitura ndr). E' in quell'acronimo ci si sente i migliori anche se solo del proprio piccolo e misero orticello. Quello messo in scena domenica dalla Compagnia del futuro e dal giovane Izzo è un vero e proprio invito inquieto alla ribellione. E non è un caso che questo avvenga da parte di nuove generazioni di autori. C'è nel lavoro la stanchezza di una generazione a sottomettersi, ad attendere il proprio turno in uno star sistem sempre più povero e pigro culturalmente. Una generazione stanca che ha messo la freccia del sorpasso, e speriamo che questo sorpasso avvenga presto. Perché davvero non se ne può più di una provincia vittima di se stessa, del proprio ego, sprecona di risorse pubbliche, che piuttosto che essere utilizzate per esaltare una propria ridicola grandeur, andrebbero invece impiegate per far irrompere il mondo nei piccoli cosmi. Dell'assuefazione al peggio e della boria per le proprie piccole capacità è necessario liberarsi per prendere il largo come novelli Ulisse e partire per annusare il mondo, e qui il viaggio, la fuga verso il futuro, sarà guidata a suon di rimpiattino. Il tutto è sviluppato tra gag e dialoghi leggeri e divertenti, donando lievità ad una tema importante. Nella caratteristica e nei modi che Cristian Izzo ha già dimostrato di saper fare, attingendo dai maestri del teatro come De Filippo, Pirandello e anche Totò per il quale si avverte una vera e propria venerazione. La compagnia del futuro è composta da giovani e bravi attori che hanno dato il giusto ritmo alla rappresentazione. Dal sempre bravo Alessandro Langellotti che anche qui conferma il suo talento, ai giovani Mauro De Fusco, Ginevra Amita, Vera De Simone, Raffaele Stile e il piccolo Carmine De Simone. Le musiche originali come in tutti i lavori di Izzo sono di Salvatore Torregrossa. E' da queste energie nuove che possiamo ripartire, seguendo il principio speranza, per costruire anche nella nostra città un futuro più ricco. E questo se vogliamo lo può fare chiunque.

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