E’ stata la coreografa e regista di Danza forse più amata dai
grandi registi cinematografici. A lei hanno dedicato omaggi Fellini in “la Nave va”, dove vestiva i
panni di una principessa non vedente, Almodovar in “parla con Lei” ed è
proprio Café Mueller a provocare le lacrime al protagonista, il
giornalista Marco, Wim Wenders le ha dedicato una intero lavoro intitolata
appunto “Pina”. Pina Bausch, la madre del teatro danza europeo, era molto
legata all’Italia, tra i tanti incarichi, dal 2006 aveva anche quello di
direttore onorario dell'Accademia Nazionale di Danza, che ha sede a Roma. Con l’Italia aveva un rapporto speciale, nel
1998 venne a Roma e visitò il campo nomadi di vicolo Savini, e quello di
Spinaceto, dove pranzò con una famiglia di rom: le era stato commissionato uno
spettacolo sulla capitale, per il Giubileo del 2000, e lei creò O Dido, uno spettacolo che
raccontava l’altra Roma, quella degli emarginati, uno specchio nella Capitale
dei Turisti, dei Pellegrini e dei ristoranti sempre pieni. La Bausch ha influenzato il
lavoro di intere generazioni di coreografi negli ultimi trent’anni. Una grande
innovatrice che ha cambiato e trasformato la danza, partendo dal racconto “di persone, di individui, di vite. Raggiungendo
un pubblico tanto numeroso e vario, come la danza non aveva mai incontrato
prima” Così come è vergato nelle motivazioni le Leone d’Oro alla carriera che
le fu assegnato nel 2007. Nel 2009 La
Bausch ci ha lasciato, a 69 anni, in seguito ad un tumore che
le ha tolto la vita repentinamente.
Questa sera la compagnia da lei fondata, il Tanztheater Wuppertal metterà in
scena al San Carlo di Napoli fino a domenica 14 luglio due suoi celebri
capolavori: “Café Muller” del 1978, appunto l’opera che nel film di Almodovar
fa piangere Marco e da quelle lacrime scoppia la sua amicizia con Benigno, un
infermiere che si occupa di malati in coma. Il secondo lavoro sarà “La Sagra della Primavera” una
creazione di Igor Stravinskij e Vaslav NiJinsky del 1913 che quest’anno
festeggia il suo centenario. E per l’occasione è stata scelta proprio la
versione della Bausch del 1975. L’ultima volta che il Wuppertal è stato a
Napoli nel 2002. E’ questa una occasione da non perdere per passare un fine
settimana estivo in città, anche perché si tratta della seconda ed ultima tappa
in Italia della compagnia.
Andrea
Di Martino
Commenti
Posta un commento