PRIME RIFLESSIONI SUL VOTO CALABRESE

Comizio di Vendola a Reggio Calabria
Tre punti ruvidi sull'esito elettorale, depurati dagli effetti ottici dovuti all'assurdità della legge elettorale. Primo punto. Con il voto di domenica la Calabria si riconsegna, in termini di cifre assolute, al centrodestra. Sia pure temperato da uno scarto di poche migliaia di voti fra le due coalizioni e da un netto calo di consensi al Pdl, l'esito politico è nei fatti la  stabilizzazione di un governo regionale inadeguato e corrotto, nonostante la disaffezione manifesta di una parte rilevante dello stesso elettorato di centrodestra che solo due anni e mezzo fa aveva portato in trionfo Scopelliti alla guida della Calabria. A ciò si aggiunge la scomparsa e l’irrilevanza delle forze centriste che in questa regione sono interne alla maggioranza di governo. Un vero e proprio paradosso.

E' evidente che in Calabria come altrove  il malcontento, la delusione e la rivolta nei confronti di una politica incapace di dare risposte alla crisi e agli storici problemi dell'estremo Sud  ha trovato un'espressione dirompente nel Movimento Cinque Stelle, che nella nostra regione si attesta fra il 22 (al Senato) e il 25 % (alla Camera), in consonanza con i dati nazionali. C'è da chiedersi tuttavia - secondo punto – se la coalizione di centrosinistra abbia fatto davvero tutto il possibile per intercettare e interpretare la domanda di cambiamento. Con il risultato del 4,2% - una percentuale superiore di un punto rispetto a quella nazionale e che a Catanzaro e Cosenza diventa del 5,5 e in molti piccoli centri si alza fino al 17% - Sel raccoglie i frutti di una campagna elettorale intensa, forte di un lavoro di squadra e del coinvolgimento della sinistra diffusa e delle migliori risorse intellettuali della regione, basata sull'ascolto delle istanze dei territori e sul rapporto con le pratiche sociali e culturali di trasformazione che quotidianamente tessono il legame sociale lacerato dalla cattiva politica. Abbiamo così usato la scadenza elettorale per mobilitare i soggetti reali del cambiamento e sperimentare sul campo la costruzione di una politica di trasformazione. Peccato che la stessa determinazione non abbia permeato tutta la coalizione di centrosinistra, in Calabria come altrove troppo sicura di un risultato scontato che tale evidentemente non era. Per una manciata di voti si è così consentita la vittoria al Senato del centrodestra calabrese, un risultato inferiore alle possibilità e agli obiettivi del centrosinistra, che impone alla coalizione una virata rapida e coraggiosa nella direzione del cambiamento.
A questo quadro si aggiunge – terzo punto – il doppio paradosso prodotto dalla legge elettorale. Che se al Senato ci impedisce di conquistare un seggio in base al dispositivo di assegnazione del premio di maggioranza su base regionale, alla Camera ce ne fa conquistare, con 40.000 voti, soltanto uno in base al dispositivo di conteggio dei resti su base nazionale. A Ferdinando Ajello, che rappresenterà Sel calabrese a Montecitorio, vanno i nostri auguri di buon lavoro. A tutti i candidati e le candidate, agli iscritti, agli elettori e a tutti quanti e quante ci hanno dato fiducia va un ringraziamento vero per  l'impegno e la passione profusi in questi mesi di lavoro collettivo che non andrà perduto. Il viaggio è appena cominciato.

Ida Dominijanni
Andrea Di Martino

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