Arresto di Rappoccio è conferma di voto inquinato nelle ultime elezioni regionali

Antonio Rappoccio 

Con l’arresto del consigliere Rappoccio si consolida un quadro di profondo inquinamento avvenuto alle ultime elezioni regionali. Avevamo già chiesto nei mesi scorsi la costituzione di parte civile del consiglio regionale nel processo al consigliere della maggioranza di centrodestra. Ora il quadro accusatorio si è fortemente aggravato, tanto da determinarne l’arresto.
Franco Morelli
Questo non è un caso isolato, prima del consigliere Repubblicano, che aveva raccolto 3.672 preferenze, erano già stati arrestati il consigliere 
Luigi Fedele 
Franco Morelli del PDL (13.578 preferenze raccolte) nell’ambito dell’inchiesta “Infinito” della procura di Milano sui rapporti tra la politica calabrese, alcuni magistrati e il clan Lampada. Nella stessa inchiesta è coinvolto l’assessore regionale Luigi Fedele, già capogruppo PDL (7.671 preferenze).

Soggetto a misura restrittiva, anche il consigliere regionale Santi Zappalà (11.078 preferenze), già condannato a 4 anni in primo grado per corruzione elettorale, con aggravante del metodo mafioso, per rapporti con la ‘ndrina dei Pesce. A questo quadro, già in se gravissimo, si aggiungono le vicende giudiziarie per reati ambientali di un assessore (11.215 preferenze) e di un consigliere regionale (6.904 preferenze) sempre del centrodestra.
Santi Zappalà

Senza citare le altre situazioni, imbarazzanti e discutibili, che riguardano assessori, e consiglieri del centrodestra. Così come inopportuna è la posizione del capo di gabinetto nella giunta regionale Franco Zoccali protagonista e fulcro del vero e proprio svuotamento delle casse al comune di Reggio Calabria oggetto dell’inchiesta sul caso Fallara. Inchiesta che vede coinvolto anche l’attuale presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio all’epoca dei fatti contestati dalla magistratura. Sempre sul comune di Reggio Calabria pende l’esito dei lavori della Commissione d’accesso inviata dal ministero dell’interno per verificare l’infiltrabilità e l’infiltrazione del consiglio e della macchina amministrativa da parte delle ‘ndrine locali.
Giuseppe Scopelliti

Il riepilogo di queste vicende pone una vera e propria questione politico-morale sul consiglio Regionale Calabrese. Nelle ultime elezioni ben 54.118 voti sono oggetto di un rapporto democratico inquinato. Una cifra che rappresenta il 10% dell’intero consenso raccolto dalle liste a sostegno di Scopelliti. Un partito a due cifre elettorali. La crisi di credibilità che questo determina, la stasi di governo che si sta generando, pongono al consiglio tutto e alle opposizioni, in particolare, la necessità di aprire una fase nuova per la Calabria. Una fase in cui la malapolitica sia messa ai margini e si avvii una fase di profondo cambiamento. Un cambiamento in cui i nemici della Calabria, ’ndranghetisti e politici con loro collusi, truffatori, abusivisti e sfruttatori delle speranze dei Calabresi siano messi alla porta. Per fare in modo che questo si realizzi il Centrosinistra deve rinnovarsi e riorganizzare una proposta da offrire ai Calabresi. Affidare alle giovani generazioni il destino della propria terra è l’unica possibilità che abbiamo per salvarla. E’ questa la proposta che farò ad Alfredo D’Attorre, commissario Regionale del PD, nel confronto pubblico che avremo Domenica 2 settembre nell’ambito della festa di SEL che si terrà a Lamezia Terme.

Andrea Di Martino 

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