Il presidente della giunta Regionale
Giuseppe Scopelliti, nell’articolo di domenica apparso su Il quotidiano della
Calabria, dopo aver sciorinato numeri e risultati ottenuti e ottenibili in
materia occupazionale, invitava le forze politiche alla responsabilità e alla
collaborazione. La situazione occupazionale in Calabria è un dramma umano e
sociale e solo parlandone bisogna avere gran senso di responsabilità, questo è
vero. Ma nello stesso tempo, con equivalente tensione vanno evitate retorica e
demagogia.
Se ho capito bene la giunta regionale,
dopo aver rischiato di perdere drammaticamente le risorse comunitarie destinate
alla Calabria, propone una rimodulazione del Por, e si appresta a pubblicare un
bando sull’imprenditoria giovanile. Questo è il succo della proposta. Ciò,
secondo Scopelliti, dovrebbe produrre 7.000 nuovi posti di lavoro entro fine
2012.
Bisogna premettere che il rischio della
cancellazione dei fondi da parte UE è stato un rischio vero. La giunta ha
puntato tutte le sue energie sul programma “Programma integrato di sviluppo
locale” utilizzando i fondi POR 2007 – 2013. La procedura è in dirittura
d’arrivo ma non completata. In quel programma le opere infrastrutturali sono il
25% dell’intero ammontare. La nuova rimodulazione punta direttamente alla
creazione d’impresa in particolare a quella giovanile. Ciò produrrà
automaticamente occupazione? Lo speriamo, ma non c’è alcun automatismo.
Potrebbe trattarsi di una già vista politica degli annunci insomma, uno di quei
tanti proclami propagandistici di cui Scopelliti ha inondato i Calabresi in
questi anni. Proclami che stridono con una situazione reale drammatica. In
questo primo semestre dell’anno la disoccupazione, specie tra i giovani, è
drammaticamente cresciuta, in rilevanti settori produttivi sorgono ogni giorno
nuove vertenze, chiudono aziende, aumentano le famiglie che versano in stato di
profondo disagio, così come si aggrava la condizione economica e sociale. Il
settore delle politiche sociali è al collasso, anche l’assistenza minima
rischia di scomparire. Le Case famiglia per i minori a rischio non percepiscono
più il dovuto da anni e nella proposta di bilancio in discussione in consiglio
non s’intravede alcuno spiraglio solutivo. Il mio scetticismo parte da qui,
dall’analisi di ciò che quotidianamente vedo girando di lungo e largo questa
Regione e parlando con i cittadini. Un
piano infrastrutturale assai carente. Un sistema dei trasporti che allontana
qualsiasi idea d’impianto di nuova imprenditoria. Come si fa a produrre se poi
è impossibile far uscire in tempi ragionevoli il prodotto dalla nostra terra?
Scopelliti su questo continua a inseguire la chimera del Ponte sullo Stretto,
mentre il mondo cambia. Il corridoio di penetrazione europea Helsinki – La
Valletta è la nuova priorità UE. In questo corridoio il Ponte non è previsto.
Concorrere alla definizione del ruolo che deve avere la Calabria come scalo
verso Malta, dovrebbe oggi essere la priorità della giunta. Prima che i
decisori europei scelgano il Porto del Pireo e la Grecia come unico ponte verso
la Valletta. Se dovesse accadere questo, non ci sarebbe futuro ne per il porto
di Gioia Tauro ne speranza di ammodernare le infrastrutture di trasporto nella
nostra Regione. Nelle more andrebbe chiusa la società Ponte sullo stretto utilizzando
quelle risorse per far fronte all’emergenza trasporti. E’ urgente un piano di azioni
concrete, di un piano strategico, concertato e condiviso, per il lavoro in
Calabria. Un piano che comprenda una nuova politica energetica incentrata sulle
energie rinnovabili, evitando gli sperperi del territorio agricolo, e
sottraendo i suoli alla speculazione degli interessi della ‘ndrangheta. Un
piano che accantoni la realizzazione di nuovi rigassificatori in un territorio
sismico e che cassi definitivamente le scempiaggini come la costruzione di
centrali a Carbone nella terra del sole, del vento e delle maree. A queste azioni vanno aggiunte nuove forme di
welfare, quale il “reddito di
cittadinanza” che Sinistra Ecologia Libertà ha proposto come forma di
liberazione dalla schiavitù del bisogno che impedisce a questa regione di
crescere e svilupparsi. Questa nostra iniziativa legislativa popolare,
tuttavia, giace nei cassetti del Consiglio Regionale, dopo aver ottenuto il
positivo riscontro di migliaia di firme di cittadini calabresi che chiedono al
Palazzo di determinarsi, di dire se è a favore o contro. In ultimo e non per
ultimo il governo regionale dovrebbe dare un segnale forte inequivocabile di
alterità dal malaffare e dalla ‘ndrangheta, che in questa terra soffoca le
libertà tutte e con cui troppo spesso la politica va a braccetto stringendo
accordi con i carnefici del nostro futuro. Solo con queste premesse un piano d’incentivazione
alla nuova imprenditoria può funzionare. In alternativa si tratta di uno spot,
che si terminerà con l’ennesima distribuzione di un po’ di fondi ai soliti
figli dei soliti noti, che creeranno aziende meteora, perdendo l’ennesima
occasione. E se si tratta solo di questo Scopelliti non chieda collaborazione,
agli spot siamo poco avvezzi.
Andrea Di Martino
Coordinatore Regionale SEL Calabria
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