Gennaro Esposito |
Una carezza di un amico, in un invito inaspettato. L'armonia di una compagnia intensamente ricca d'animo. Un grande artista e chef. Metti insieme questi tre fattori ed una sera può traformarsi in un incantesimo. E gli incantesimi son potenti, ti ammaliano, ti portano ad aver visioni, ti mettono in cammino con l'animo, accompagnano in meravigliosi viaggi. Così affiancato da Giovanni Piezzo, che ha selezionato per noi suadenti bottiglie, Gennaro Esposito ha continuato ad emozionarci, anche dopo anni di frequentazioni di questa maison, che per me è ormai una casa. L'overture, della vera e propria sinfonia che abbiamo suonato sabato sera, è una granita di sedano su acqua di pomodoro, la predisposizione indispensabile in una calda sera di settembre a ciò che ci attende. E' quello che segue è pura è semplice armonia. Dalle alici in carpione con gelatina di acqua di pomodoro e pesto di zucchine, alla mai stancante cozza ripiena, che la puoi assaggiare mille volte, ma ti dona sempre emozioni nuove. Piatto di semplicità scioccante ma che carica della sua immoralità, avvolge palato e sensi, scoppia il sapido della cozza, ti avvolge la cremosità della ricotta e ti accarezza la dolcezza del pomodoro confit. Poi, come solo i grandi san fare, il nuovo è lì pronto a non lasciarti sdraiare, il terzo antipasto una sorpresa. Peperoncino di fiume ripieno di murena, con salsa all'arancia e calamaretti. Un vero e proprio acquerello visivo e di sapori, con quel velo di bottarga che copre e lascia intravedere, la cornucopia del peperoncino di fiume ripiena di una morbida murena, un pesce tanto sinuoso ed infido all'apparire, quanto dolce e accattivante al palato. Con l'accompagnamento della morbida e perfetta salsa all'arancio di Gennaro che riequilibria perfettamente il piatto. E a questo punto se devi scegliere quale dei due piatti deve entrare nel tuo nuovo catalogo delle ricette immorali, c'è da andare in crisi e l'unica soluzione è accoglierli entrambi. I primi piatti son vere e proprie variazioni a tema. Dalla minestra di pasta mista di Gragnano, generosa dispensatrice di ricordi ancestrali, ma anche di passeggiate e bagni di mare estivi, di gite in barca sotto i faraglioni. In questo piatto c'è la memoria della cucina di casa ed il mare nella sua quintessenza. Alla minestra segue un ottimo raviolo ripieno di gambero, con salsa di vongole e patate cotte nella cenere. Qui pensi che puoi riposarti, assestare le tue passioni, riflettere, decidere quale piatto ti ha colpito, e ancora una volta il geniale Esposito ti obbliga a rialzarti e correre, ti porge il risotto al cuore di bue, il pomodoro sorrentino che accompagna le nostri estati con meravigliose insalate, qui è il complemento di un perfetto risotto, sormontato da un bianco calamaretto imbottito che lo rende unico e perfetto. Piatto fresco e suadente come solo un bacio di una sirena che emerge dal mare può essere, in un calda giornata d'estate. E questi cibi sono in grado di riscaldare l'animo anche quando la compagnia ha la sensibilità giusta. Quando riesce a goderne, e a completare le emozioni citando Sanguineti e la sua visione del paradiso come un amplesso nel sole pieni di Saint-Emilion. Mentre stai riflettendo su questi versi, Giovanni Piezzo, dopo averci fatto bere splendide Malvasie e un sempre perfetto Fiano di Guido Marsella,( quel caparbio difensore del vino elevato in acciao), introduce il principe della serata, un Poully Fumé 2010 che accompagna la gallinella di mare cotta e cruda in emulsione di limone, esaltando se ed il piatto e completando l'armonia dei nostri animi. I dessert, son magia indotta da una sfera magica che cala all'improvviso sul tavolo, con scrigni da cui attingere i piccoli pasticcini, che affiancano le passeggiate vicane, il Finto torrone, il sempre grande Babà. Ti alzi a malincuore e potresti ancora star li per ore, saluti con l'affetto di sempre Gennaro e i tuoi commensali, ed in un abbraccio scopri che sei stato letto nell'animo, e allora ti dici che hai vissuto una intensa emozione.
Baol
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